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Marsala

Marsala (Maissala nel tipico dialetto locale) è un comune italiano di 82.765 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia. È il primo comune della Provincia di Trapani per popolazione e quinto della Sicilia. È Città del Vino dal 1987. Sorge sulle rovine dell'antica città punica di Lilybeo (Lilybaeum in latino), dal cui nome deriva l'appellativo di lilibetani (oltre a quello di marsalesi) per i suoi abitanti.

Punta estrema occidentale della Sicilia la città sorge su Capo Boeo, con vista sulle isole Egadi e sulle isole dello Stagnone (queste ultime fanno parte del territorio comunale). Proprio l'arcipelago dello Stagnone è una delle zone più suggestive della città, essendo riserva naturale e avendo un ricco patrimonio storico. Mothia (una delle isole) infatti fu insediamento fenicio che diede origine alla attuale città. Quando infatti i siracusani riuscirono a espugnare Mothia dopo innumerevoli e vani assedi la distrussero. I sopravvissuti fondarono, insieme ai nuovi padroni romani, Lilybaeum proprio dove oggi sorge Marsala.

Il territorio del comune marsalese, nei suoi 241 km² di estensione, ha un ricco patrimonio culturale e paesaggistico; il suo territorio comprende, ad esempio, la riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala, tra cui l'isola di Mozia, antica città fenicia, scavo archeologico a cielo aperto.

Il comune di Marsala fino alla fine degli anni '70 contava, all'interno del suo territorio, anche la frazione di Petrosino (che poi con un referendum della popolazione deciderà di diventare un comune autonomo) raggiungendo quasi 100.000 abitanti.

 

 

Nel 397 a.C. la colonia fenicio-punica di Mozia, fiorita 8 secoli prima di Cristo sull'isola di San Pantaleo, a poche miglia dalla costa della Sicilia sud-occidentale, fu invasa e distrutta dal tiranno di Siracusa Dionisio I.

I superstiti si rifugiarono sulla costa siciliana e fondarono un nuovo insediamento a cui diedero il nome di Lylibeo, ossia "la città che guarda la Lybia", perché, appunto, Lybia veniva chiamata allora tutta la costa settentrionale dell'Africa.
La Lylibeo cartaginese passò in mano ai romani nel 241 a.C. per divenire uno dei centri più importanti della Provincia siciliana: nucleo di scambi e commerci, sede del pretore e del questore, fu arricchita di ville ed edifici pubblici, tanto da meritarsi l'appellativo di splendidissima urbs datole da Cicerone, questore tra il 76 e il 75 a.C.
Devastata dai Vandali all'inizio del V secolo d.C., fu annessa nel VI all'impero di Giustiniano e visse secoli bui, segnati dal disinteresse di Bisanzio e dalle incursioni dei pirati. L'arrivo degli arabi, nel IX secolo, segnò anche la ripresa dei traffici commerciali e l'inizio della rinascita della città, che fu ribattezzata Marsa ʿAlī "Porto di ʿAlī" ovvero "Porto Grande" ("Alì", nome del cognato e genero del profeta Maometto, era ed è usato in arabo come sinonimo dell'aggettivo "grande") data la grandezza dell'antico porto sito presso Punta d'Alga (meno probabile Marsa Allah, cioè "porto di Dio), donde poi il nome attuale. La crescita economica e demografica portò ad un importante sviluppo urbanistico, improntato al modello arabo.
Tuttavia esistono tuttora dei compromessi per quanto riguarda l'origine dell'attuale nome della città. Oltre alle ipotesi succitate, esiste anche una terza secondo la quale Marsala derivi da mare salis, ovvero "saline al mare" per la presenza delle saline nella costa settentrionale.
A partire dalla fine dell'XI secolo si susseguirono le dominazioni normanna, sveva, angioina e aragonese. Sotto la dominazione della casa spagnola, Marsala poté godere di un periodo di sviluppo e benessere, grazie al porto e alla coltivazione del fertile entroterra. La città visse una nuova fase di espansione e divenne una delle più importanti piazzeforti siciliane.
Ma l'interramento del grande porto di Punta d'Alga, disposta nel 1575 dall'imperatore Carlo V per fermare le incursioni saracene, segnò la fine di questa fioritura.
Da questo momento bisogna aspettare due secoli per avere un'altra svolta nella storia della città. Alla fine del Settecento, fu ancora una volta un arrivo dal mare a cambiarne le sorti: l'approdo dell'inglese John Woodhouse che "inventò" il VINO MARSALA. Il Woodhouse, infatti, assaggiando il vino prodotto dai contadini locali, un vino "perpetuo" e caratterizzato da una naturale alta gradazione alcolica, lo ritenne di qualità eccellente. Il vino marsalese non erà però adatto al trasporto: per ovviare al problema Woodhouse sperimentò con successo l'aggiunta di alcol nel vino, garantendone in questo modo la stabilizzazione. Egli ne avviò, quindi, l'esportazione annoverando in seguito, tra i suoi più illustri clienti, l'ammiraglio Nelson e la flotta britannica. Il vino così "inventato" da John Woodhouse fu quindi in grado di affrontare vittoriosamente, specialmente nella variante secca, il confronto col Madera e col Porto. Si deve ai Woodhouse l'esplosione dell'economia marsalese e la messa in opera con propri fondi di numerose opere infrastrutturali tra cui il nuovo porto di Margitello, l'attuale porto di Marsala.

 

Il Vino Marsala

Il Marsala è un vino liquoroso a Denominazione di Origine Controllata (DOC) prodotto in Sicilia, nel comune di Marsala e nell'intera provincia di Trapani, con esclusione dei comuni di Pantelleria, Favignana ed Alcamo.
Il  vino Marsala è il più vecchio dei vini italiani e il suo nome proviene dalla città omonima che in arabo significa "porto di Allah". Oltre due secoli fa, nel 1773, il commerciante di Liverpool John Woodhouse organizzò la prima spedizione di Marsala dal porto di Trapani verso l'Inghilterra, caricando il suo brigantino con settanta pipe di vino (ogni pipa corrispondeva a circa 420 litri). Sempre Woodhouse fondò il più antico stabilimento enologico siciliano: il Baglio (cioè il "cortile") della tonnara del Cannezzo.
Gli inglesi, con il passare del tempo, apprezzarono sempre di più le spedizioni di Marsala e il governo britannico volle addirittura che la flotta comandata da Nelson ne avesse a disposizione 500 botti all'anno; dopo la vittoria di Nelson contro Napoleone a Trafalgar, il Marsala ricevette il titolo di "Vicory Wine". Nel 1806 un altro imprenditore inglese, Benjamin Ingham, fondò il secondo stabilimento di produzione e nel giro di 20 anni conquistò i mercati di Germania, Russia, Stati Uniti, America Latina e Australia.  Nel 1833 il calabrese Vincenzo Florio fece costruire, tra i due stabilimenti inglesi, il suo "baglio" (questo termine ora ormai diventato sinonimo di "stabilimento di produzione del Vino Marsala"); in 20 anni e con un investimento di circa 200.000 ducati (oltre 5 miliardi di oggi) Florio arrivò ad esportare il vino in tutto il mondo. La sua compagnia di navigazione era composta da 99 vascelli; un Regio Decreto gli impedì di costruirne altri, per evitare che la flotta di Florio diventasse più grande della Marina Reale. L'imprenditore scelse come insegna un leone che si abbevera ad un ruscello. Nel corso del tempo furono costruiti molti altri stabilimenti e nel 1962 nacque il primo consorzio del sud (il "Consorzio per la tutela del Vino Marsala"); oggi questo comprende 15 aziende, che insieme coprono circa il 90 per cento della produzione di Marsala.

Produzione

Il territorio ed il clima mediterraneo sono favorevoli alla coltivazione della vite. La viticoltura del trapanese è tra le più antiche dell'isola (sono stati trovati vasi vinari del periodo compreso tra l'VIII e il VI secolo a.C.); già nel 300 a.C. il porto di Marsala era un importante centro di scambio con i paesi dell'Egeo, con il Nord Africa e con la Spagna. La vite e il culto di Dioniso furono importati in Sicilia dai Greci, conoscitori della coltivazione "ad alberello" (che non lasciava crescere le piante più di 70-80 cm) e dei migliori sistemi di potatura; le uve coltivate con i loro sistemi erano ricche di zucchero, e i vini avevano un alto grado alcolico e un profumo delicato.   
 
Il Marsala è il loro diretto discendente. I vitigni ad uva bianca che originano questo vino sono il Grillo, il Catarratto, l'Inzolia e il Damaschino; per il tipo rubino si usano invece le nere Pignatello, Calabrese e Nerello Mascalese. La zona di produzione è quella della provincia di Trapani (escluse le isole e il comune di Alcamo), dove si arriva ad una resa di 80-100 quintali per ettaro. Gli stabilimenti (i "bagli") sono formati da magazzini che si sviluppano al pian terreno intorno ad un cortile rettangolare; la loro larghezza è quasi sempre di 12 metri (per permettere la disposizione di 4 serie di botti da 20-25 ettolitri), la lunghezza varia a seconda dell'importanza dello stabilimento. Il ciclo di produzione parte dalla raccolta e pigiatura dell'uva; a seconda dell'utilizzazione del mosto fresco si ottengono i diversi tipi di Marsala.

I vari metodi di conservazione sono la fermentazione, l'alcolizzazione e la cottura; i vini vengono poi fatti invecchiare per diversi anni in fusti e tini di rovere. Seguono la decantazione e la filtrazione e la refrigerazione; solo a questo punto i vini sono pronti per l'imbottigliamento. Il Marsala è prodotto e imbottigliato da una ventina di aziende grandi e piccole, alcune delle quali possono anche essere visitate. Oggi il Marsala è venduto in 35 Paesi.

Caratteristiche

Ha una gradazione media di circa 18 gradi. E' considerato uno dei 4 più grandi vini da dessert del mondo, ed è il primo vino ad aver ottenuto in Italia il riconoscimento della DOC (nel 1969). Ogni anno ne vengono prodotti oltre 8 milioni di litri: l'8 per cento di questi viene imbottigliato, il 25 per cento del quale viene poi esportato. Una legge del 1984, entrata in vigore tre anni dopo, ha fissato le caratteristiche fondamentali alle quali deve rispondere il Marsala.

A seconda della quantità di zuccheri il Marsala può essere secco, semisecco e dolce; le cinque categorie in cui può rientrare sono "Fine" (alcool superiore a 17 gradi e invecchiato per più di un anno), "Superiore" (alcool superiore a 18 gradi e invecchiato per oltre due anni), "Superiore Riserva" (come il precedente ma vecchio di almeno 4 anni e meno acido), "Vergine e/o Soleras" (oltre 18 gradi e cinque anni di invecchiamento), "Vergine Soleras Riserva" (come il precedente ma invecchiato per almeno 10 anni). Tutti i Marsala vanno serviti nel bicchiere a tulipano a stelo alto.